«Lo Zen non ha porte. Le parole di Buddha hanno lo scopo di illuminare gli altri. Quindi, lo Zen dev’essere senza porte». Così scriveva Mumon (1183-1260) introducendo una raccolta di koan dedicata a un gruppo di monaci suoi allievi, che ebbe appunto il titolo La porta senza porta e sarebbe poi stata celebrata come uno dei testi essenziali dello Zen. Sono quarantotto storie fulminee, seguite da un commento in prosa e in versi, un ausilio prezioso, misterioso e inesauribile per chi voglia attraversare quella «porta senza porta» di là dalla quale «si cammina liberamente fra cielo e terra». Come nel caso delle 101 storie Zen, Nyogen Senzaki e Paul Reps hanno tradotto queste pagine con mano felice e lieve, accompagnandole con due altri brevi e folgoranti testi mistici. Il primo è i 10 Tori di Kakuan (1100-1200), una sequenza di immagini dove «i dieci tori rappresentano le tappe successive della realizzazione della propria vera natura». L’altro è un testo sacro dello shivaismo kashmiro: le 112 istruzioni con cui Shiva chiarisce i dubbi della sua amata Devi, ciascuna corrispondente a una diversa via della meditazione.