Il Messaggero 12/07/2018

Quando è nata è stata da subito avvolta dalla sacralità. Scelta precisa quella di creare via Merulana non solo per unire due rioni l’Esquili­no e Monti – ma soprattutto per collegare la Basilica di Santa Maria Maggiore a quella di San Giovanni in Laterano. Ci pensò Papa Gregorio XIII e il progetto fu poi ultimato da Sisto V. Oggi, circondata dai platani, mantiene una compostezza – quasi fierezza – a tratti decadente. La strada resta avvolta dal mistero, non a caso al civico 219, in quel palazzo che i più conoscono come “Palazzo degli ori”, Carlo Emilio Gadda ambientò quel romanzo-noir entrato di diritto tra i capostipiti della letteratura novecentesca (Quel pastìccìaccìo brutto di via Merulana).

Al frenetico andirivieni delle auto che su e giù l’attraversano senza soluzione di continuità, rispondono con un ritmo placido, attento al gusto e alla qualità, i ristoranti e i bistrot che nel corso degli anni hanno fatto di questa strada un luogo di incontro. Dal “Merulana Cafè”, nato negli anni Settanta del secolo scorso, arredato in stile British che serve piatti ispirati alla tradizione ma rivisitati in chiave contemporanea e – soprattutto internazionale – al suggestivo forno “Panella”, a pochi passi dal teatro Brancaccio, nato nel 1929 che produce decine di varietà di pane e pizze e registra il sold-out nell’ora dell’aperitivo.

Per chi ha voglia di una pausa informale vale la pena una sosta da “La cuccuma”: ambiente retrò con un grande soffitto a volta in cui è possibile gustare piatti veloci a prezzi più che moderati. Ancora: spazio alla tradizione nella cucina della Sora Vincenza, anima della storica pizzeria “Galilei” dove ogni ricetta è preparata in casa e i clienti arrivano da tutta Roma per assaggiare i mal tagliati con i fagioli. Per gli amanti del pesce, ecco “I buoni amici”: tovagliette a quadratoni e ambiente familiare fanno da cornice a un menù ispirato al mare. Ma via Merulana nel tempo è diventata anche spazio di cultura. Un salotto d’arte è nato nel palazzo che un tempo ospitava l’istituto di Igìe­ne. Dentro ci si può imbattere in opere d’arte contemporanea ed esposizioni temporanee di artisti conosciuti in tutto il mondo. E per chi ancora oggi non rinuncia alla lettura di un buon libro, è facile scoprire testi introvabili e finanche qualche prima edizione nella LibreriaRotondi.

Camilla Mozzetti

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