Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in quest’opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali studi sullo shi’ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbin dedica “Tempo ciclico e gnosi ismailita” allo studio dell’altro ramo dello shi’ismo, quello ismailita. Gli ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti coranici e degli Imam con la profonda eredità dello zoroastrismo, la tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche. Introduzione di Bernardo Nante.
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