Nel mito e nella saga di re Artù appare evidente uno sviluppo della interpretazione della vita nel suo aspetto sacrificale, nel senso di “rendere sacro”, ispirata ad una chiave di lettura che si propone analoga nei miti indo-europei non meno che nelle leggende greche e scandinave, come anche nella tradizione indù, per giungere fino a quella degli indiani d’America. Il tema dell’iniziazione, poi, e in specie quella regale e cavalleresca, riveste in quest’ambito una estrema importanza e rivela una coerenza simbolica, tale da contraddire talvolta il senso letterale del racconto. Ma nella sostanza questa serie di leggende è perfettamente coerente a se stessa, offrendo un pensiero simbolico e mitico chiaro e preciso. Il cavaliere ha qui lo scopo di percorrere un iter di ricerca e di realizzazione spirituale che si oggettiva attraverso la sottomissione e l’unione con la dama e la visione del Graal. L’approccio esoterico ha peraltro messo in luce alcuni aspetti del simbolismo che sta alla base della “ricerca” in maniera frammentaria e incompleta. L’autore ha invece voluto affrontare l’argomento in tutta la sua estensione, mostrando come la trama della leggenda costituisca, di per sé, un riepilogo del “dramma cosmogonico”, o meglio una “visione del mondo” espressa nel suo sviluppo temporale.
Petromilli G.
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