Lo Yoga è uno dei sei darsana filosofici da cui può essere osservata la Verità-realtà esposta nei Veda-Upanisad; Patanjali lo ha codificato in un’opera a cui è stato dato il nome di Yoga- sutra.
Lo Yogasutra, o Rajayoga (yoga regale), ha come fine la sospensione delle “modificazioni mentali”; quando ciò è stato attuato e stabilizzato, allora il purusa, o l’ente reale, è fondato sulla sua reale natura che è pura Coscienza, il che implica che non è più necessitato dal movimento della sostanza-natura (prakrti).
Nei suoi sutra sullo Yoga Patanjali descrive, diremo in modo “scientifico”, i mezzi per realizzare un processo di coordinazione, integrazione, dominio, trasmutazione e trascendenza delle energie psichiche imprigionanti sì da “bruciare” tutti gli ostacoli che impediscono lo stato di kaivalya o “Unità isolata”. Così in questo opus, che possiamo definire alchemico, non si parla di “inibizione” ma di soluzione, di integrazione e non di “fuga” psicologica dal divenire-processo (samsara).
Raphael ha tradotto e commentato i sutra rimanendo aderente alla Tradizione upanisadica ed è solo collocando l’opera di Patanjali in questo contesto che essa può essere compresa nella sua giusta dimensione spirituale, filosofica ed etica.